1 luglio 2021

International Women in Engineering Day: l'intervento di Paola Marone alla manifestazione organizzata dall'Ordine degli ingegneri Tunisini

Una testimonianza sulla crescente presenza femminile nella professione ingegneristica in Italia

La Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli e del Centro Formazione e Sicurezza in edilizia di Napoli (in sigla Cfs), Paola Marone, il 23 giugno 2021 ha partecipato all'evento organizzato dall'Ordine degli Ingegneri Tunisini - in collaborazione con l'Associazione Tunisina di Refrigerazione e Condizionamento d'aria (ATRC) - per celebrare la giornata Internazionale delle Donne Ingegnere. La manifestazione si è tenuta in modalità ibrida: in presenza nella sede dell'Ordine a Tunisi e on line sulla piattaforma Zoom.
L'intervento di Paola Marone è stato redatto in francese, lingua ufficiale del convegno.
Ne pubblichiamo ora la traduzione in Italiano e, di seguito, la versione originale in lingua Francese.

Intervento dell'ing. Paola Marone
(Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli)

Ringrazio l'Ordine degli Ingegneri della Tunisia e tutti coloro che hanno organizzato questo incontro, a cominciare dalla collega e amica Amel Makhlouf, in occasione della Giornata internazionale della donna.

Questa opportunità mi permette di analizzare un tema per me particolarmente importante.

Il ruolo delle donne nella nostra professione di ingegneri è infatti un tema con cui mi confronto da diversi anni molti anni, anche grazie al ruolo di coordinamento della commissione “pari opportunità” dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli, in Italia.

Ecco dunque la mia testimonianza sulla condizione della donna nel mondo della professione di ingegnere in Italia, legata anche alla mia esperienza personale. Il dibattito nel mio paese sul ruolo delle donne nell'innovazione tecnologica e sul valore della formazione STEM per l'occupabilità delle donne è diventato molto importante dopo la pandemia.

Prima della pandemia in Italia erano rare le donne nelle strutture IT nelle posizioni tecniche più innovative: circa il 25% degli ingegneri Big Data e dei Digital Information Officer; 15-25% degli esperti di Internet of Things, Cybersecurity, Data Protection e Mobile App. Niente donne invece tra i Data Scientist.

L'unico ruolo in cui la presenza femminile raggiunge il 50% è quello di "Esperto in metodologie Agile", uno dei più recenti e legato alla capacità di sviluppare rapidamente applicazioni software. Oggi le donne hanno perso molti posti di lavoro, molto più degli uomini.

L'emergenza COVID ci ha travolti e ci ha presentato molti problemi che hanno evidenziato la necessità di un cambiamento urgente. Nella fase acuta della pandemia, l'umanità ha percepito notevolmente che il nostro modello sociale rappresenta un sistema complesso e quindi un sistema esposto a potenziali crisi di diversa natura: sanitaria, ambientale, economica, culturale.
Pertanto, è necessario rafforzare il valore della resilienza. Possiamo farlo attraverso confronti multidisciplinari, che ci permettono di affrontare e vincere le sfide dell'innovazione.

La pandemia ha infatti aumentato e accelerato l'utilizzo di metodologie e tecniche digitali. Ma questo netto cambiamento mi sembra che abbia ancor più marcato il cosiddetto "digital divide", sia in termini di conoscenze operative per utilizzare programmi e attrezzature, sia in termini di disponibilità di materiale adeguato (strumenti e connessioni).
L'innovazione sarà più che mai invitata a svolgere un ruolo di leadership nel superare il dramma del Coronavirus e individuare un sostanziale "cambiamento di rotta".

Qual è dunque il ruolo degli ingegneri nello scenario italiano? Mi sembra vada sottolineato che, nel contesto italiano, attualmente il 18,3% dei laureati sono ingegneri. Nel più grande ateneo napoletano, la Federico II, addirittura il 25% degli studenti iscritti al primo anno è iscritto a Ingegneria.
Approfittare delle donne, e soprattutto dei giovani, è una vera e propria ricetta anticrisi, perché sono risorse rendono più efficiente il sistema economico e portano ad un aumento del PIL, come confermato da diverse indagini della Banca d'Italia e del Fondo Monetario Internazionale.

Dobbiamo creare processi inclusivi per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, per l'innovazione tecnologica, la digitalizzazione e la sostenibilità. Quindi sono qui per portare la mia esperienza di donna e professionista italiana nel settore tecnico.

Quando ho scelto questa professione, la presenza femminile nel mondo dell'ingegneria era molto irrilevante, al punto da essere quasi una curiosità.

Era il 1908, quando la prima donna in Italia conseguì la laurea in ingegneria al Politecnico di Torino. Nel 1917 abbiamo la prima donna laureata in ingegneria a Napoli, la mia città. Oggi sono lieto di segnalare che le donne laureate in ingegneria in Italia hanno conquistato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di leadership, rappresentando il 30% del totale delle laureate in ingegneria.

L'Italia guida anche l'Europa per quota di laureati in ingegneria, ben lontana dalla Francia (dove le laureate in ingegneria nel 2015 rappresentavano il 25% del totale), dal Regno Unito (22%), dalla Germania (19%) e anche dal Paesi scandinavi (19%). Le donne hanno conquistato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di leadership, rappresentando nel 2020 il 15,7% degli ingegneri iscritti all'albo italiano (su 240.000 donne, circa 34.800). Secondo i dati aggiornati fino al 2017 sono 2.869 le donne ingegnere iscritte agli Ordini della Campania, di cui circa il 50% sono iscritte a Napoli. I
n relazione a questi dati statistici, mi sembra logico raccomandare alle donne di intraprendere questi studi che garantiscono una maggiore occupabilità nel mercato, anche se il percorso formativo è difficile. La pandemia ci ha penalizzato molto, ma il post-pandemia può rivelare opportunità inaspettate. Sta a noi il compito di coglierle e di accettare questa sfida certo difficile, ma anche così stimolante.

 

VERSIONE ORIGINALE IN FRANCESE

Intervention de l'ingénieur Paola Marone


Je remercie l'Ordre des ingenieurs de Tunisie et tous ce qui ont organisé cette rencontre en commençant de la collègue et amie Amel Makhlouf a l'occasion de la journee internationale de la femme.

Cette occasion me permet d'analyser un thème particulièrement important pour moi.

Le rôle des femmes de notre profession est un thème avec lequel j'ai comparé plusieurs années

nombreuses années, en partie en raison du rôle de coordination de la commission ”égalité des chances” de l’Ordre des ingénieurs de Naples en Italie.

Voici donc mon temoignage sur la condition féminine dans le monde de la profession d’ingénieur en Italie également lié à mon expérience personnelle. Le débat qui se déroule dans mon pays sur le rôle des femmes dans l’innovation technologique et sur le valeur de la formation STEM pour l’employabilité des femmes est devenu très important après la pandémie.
Avant la pandemie rares etaient les femmes dans les structures informatiques dans les postes techniques les plus innovants en Italie: environ 25% des ingénieurs Big Data et Digital Information Officers; 15-25% des experts Internet des choses, de la cybersécurité, de la protection des données et de l'application mobile. Il n'y a pas de femme parmi les Data Scientists.

Le seul rôle dans lequel la présence féminine atteint 50% est celui des méthodologies Expert en Agile, l'une des plus récentes et liée à la capacité à développer rapidement des applications logicielles.


Aujourd'hui les femmes ont perdues beaucoup de places de travail, bien plus que les hommes. L'urgence COVID nous a submergée et nous a mis devant de nombreux problèmes qui ont mis en évidence la nécessité de changements urgents.

Dans la phase aiguë de la pandémie, l'humanité a considérablement perçu que notre modèle social représente un système complexe, un système exposé à des crises potentielles de différentes sortes: santé, environnement, économique, culturelle. Par conséquent, il est nécessaire de renforcer la valeur de la résilience. Nous pouvons le faire par des comparaisons multidisciplinaires, ce qui nous permettent de faire face et de gagner les défis de l'innovation.

La pandémie a effectivement augmenté et a accéléré l'utilisation de méthodologies et de techniques numériques. Mais ce changement net me semble développer l'écart numérique, à la fois en termes de connaissances opérationnelles à utiliser des programmes et des équipements, à la fois en termes de disponibilité matérielle adéquate (outils et connexions).

L'innovation sera plus que jamais invitée à jouer un rôle de conduite pour surmonter le drame Coronavirus et identifier un "changement de cours" substantiel.
Et alors, quel est le rôle des ingénieurs dans le scénario italien? Il me semble être souligné que, dans le contexte italien, actuellement 18,3% des diplômés sont des ingénieurs. Dans la plus grande université napolitaine, l'Université Federico II, même le 25% des étudiants inscrits à la première année, sont inscrits en ingénierie. Tirer parti des femmes, et en particulier des jeunes, est une véritable recette anti-crise, car elles rendent le système économique plus efficace et conduisent à une augmentation de P.I.L. comme l'ont confirmé diverses enquêtes de la Banque d'Italie et du Fonds monétaire international. Nous devons créer des processus inclusifs pour la participation des femmes au marché du travail, pour l'innovation technologique, la numérisation et la durabilité.

Je suis donc ici pour apporter mon expérience en tant que femme italienne et professionnelle dans le secteur de l'ingénierie.

Quand j'ai choisi cette profession, la présence féminine dans le monde de l'ingénierie était très peu pertinente, au point de constituer presque une curiosité.

C'était en 1908, quand la première femme en Italie a obtenu son diplôme d'ingénieur à l'École Polytechnique de Turin.
En 1917, nous avons la première femme diplômée en ingénierie à Naples, ma ville. Aujourd'hui, je suis heureuse de souligner que les femmes diplômées en ingénierie en Italie ont gagné, surtout ces dernières années, un poste de premier plan, représentant 30% du total des diplômés en ingénierie. L'Italie se place également en tête en Europe en termes de proportion de diplômés en ingénierie, bien loin de la France (où les femmes diplômées en ingénierie en 2015 représentaient 25% du total), du Royaume-Uni (22 %), d'Allemagne (19%) et aussi des pays scandinaves (19%).
Les femmes ont gagné, surtout ces dernières années, un poste de premier plan, représentant en 2020 le 15,7% d'ingénieurs inscrits au registre italien (sur 240 000 femmes, environ 34 800). Selon les données mises à jour jusqu'en 2017, en effet, 2869 femmes ingénieurs sont enregistrées dans les ordres de Campanie, dont environ 50% sont enregistrés à Naples.

Par rapport à ces données statistiques, il me semble logique de recommander aux femmes d'entreprendre ces études qui garantissent une plus grande employabilité sur le marché, même si le chemin est difficile.
Enfin, la pandémie nous a très pénalisée, mais post-pandémie peut nous révéler des opportunités inattendues. Pour nous, la tâche de les prendre et d'accepter ce défi difficile, mais même si stimulant.

 

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