12 maggio 2018

Ingegneri, societą e territorio - La donna nella trasformazione digitale

Tunisi - Sabato 12 maggio 2018

La Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli e del Centro formazione e sicurezza in edilizia di Napoli (Cfs), Paola Marone, si è recata a Tunisi dall'11 al 13 maggio 2018 per partecipare ai lavori della Regional Conference & Annual Conference of Tunisian Association of Women Engineers ATFI, manifestazione organizzata dall'INWES-International Network of Women Engineers (rete internazionale delle donne ingegnere), sul tema delle trasformazioni digitali. Nella mattinata di sabato 12 maggio ha svolto una relazione sul tema "Donne ingegnere e tecnologie digitali in Italia". Nella relazione dell'Ingegner Marone è stato riservato ampio spazio alle iniziative dell'Ordine degli ingegneri di Napoli in favore delle pari opportunità e della sicurezza sul lavoro in ottica di genere. Paola Marone ha parlato anche del Progetto Sisca, innovativa applicazione per la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili e applicabile anche in molti altri settori, sviluppata dal Cfs (ex Cpt-Comitato paritetico territoriale), dall'Ateneo Federiciano e dall'Inail e validata a livello nazionale come "buona prassi".

Ecco di seguito il testo della relazione, sia in italiano che in francese (una delle due lingue ufficiali della manifestazione).

La trasformazione digitale - Opportunità per le donne ingegnere

e impegnate nelle professioni scientifiche – TUNISI, SABATO 12 MAGGIO 2018

L'esperienza italiana con un focus sulla Campania

e la testimonianza di un'ingegnera Napoletana

(di Paola Marone, Presidente Fondazione Ordine Ingegneri Napoli)

Saluto tutti i presenti.

Sono Paola Marone, Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli – Italia e Presidente del CFS, Centro formazione e sicurezza in edilizia di Napoli. Sono felice di essere in questa bella città che si affaccia sul Mediterraneo come la mia città , Napoli.

Ringrazio tutti coloro che hanno organizzato questo incontro, a cominciare dalla collega e amica Amel Makhlouf e ringrazio i rappresentanti della società EMAC dell’opportunità che mi viene concessa di analizzare un tema a me molto caro come quello della condizione femminile nel mondo della professione ingegneristica nell'ambito della trasformazione in atto dovuta alla digitalizzazione.

Il ruolo femminile nella nostra professione è un argomento con il quale mi cimento da molti anni, anche in conseguenza del ruolo di coordinatrice della commissione “Pari Opportunità” dell'Ordine degli ingegneri di Napoli, svolto per un lungo periodo di tempo.

Secondo i risultati emersi dall’indagine “Donne e digital transformation: binomio vincente”, condotta dalla società di consulenza NetConsulting Cube su un campione di Responsabili delle Risorse Umane e Direttori dei Sistemi Informativi di 60 aziende italiane e 225 studenti di Licei e Istituti Professionali italiani, sono otto le professioni legate alla trasformazione digitale e all’innovazione che, in un futuro ormai alle porte, garantiranno le migliori opportunità di lavoro in tutti i settori di mercato: Data Protection Officer, Digital Information Officer, Cyber Security Expert, Big Data Engineer, Mobile Application Developer, Data Scientist, Esperto in Metodologie Agile e Internet of Things Expert.

Nelle aziende italiane (e ancor più nella pubblica amministrazione) la presenza di queste figure si rivela ancora limitata e prevalentemente maschile, ma è destinata a crescere rapidamente nei prossimi anni a fronte del processo di trasformazione digitale che tanto le imprese, quanto la pubblica amministrazione, devono affrontare per competere e innovare.

La ricerca appena citata ha messo in risalto il dibattito in atto nel mio paese sul ruolo delle donne nell’innovazione tecnologica e sul valore della formazione cosiddetta STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ai fini dell’occupabilità femminile.

I risultati dell’indagine sottolineano inoltre come sia necessario promuovere maggiori attività di informazione, per consentire di guardare a nuovi orizzonti e avere un’ampia visibilità sugli sbocchi professionali che la tecnologia può offrire in ogni settore- Parallelamente, occorre una maggiore collaborazione tra il mondo della professione, le aziende e il settore no profit per dar vita a programmi e iniziative concrete, che incoraggino i giovani ad avvicinarsi con interesse e senza preconcetti alle materie STEM – Science, Technology, Engineering and Math.

Ancora oggi sono poche le donne che nelle strutture informatiche ricoprono i ruoli tecnici più innovativi in Italia: circa il 25% tra i Big Data Engineer e i Digital Information Officer; il 15-25% tra gli Esperti in Internet delle Cose, Cyber Security, Data Protection e Mobile Application. Non c'è nessuna donna tra i Data Scientist.

Unico ruolo nel quale la presenza femminile raggiunge il 50% è quello dell’Esperto in metodologie Agile, una delle professioni fiorite più di recente e legate alla capacità di sviluppare in modo rapido e veloce applicazioni software.

Per le aziende la capacità di coltivare e attrarre talenti con conoscenze in ambito STEM è vitale per competere in un’economia che è sempre più digitale.

Malgrado le difficoltà che travagliano il Mezzogiorno d'Italia, la rivoluzione digitale ha visto proprio a Napoli lo sviluppo di un sistema innovativo per la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili, definito Sisca, che può essere implementato anche in altri settori dell’industria e che si presta particolarmente bene alle esigenze della sicurezza in ottica di genere.

E' un percorso iniziato nel 2011, con il finanziamento dell’Inail, quando il Comitato paritetico territoriale di Napoli (oggi Centro formazione e sicurezza, che ho l'onore di presiedere) ha elaborato, avvalendosi della Enginfo Consulting e con la collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, questo innovativo Sistema di Sicurezza per i Cantieri (Si.S.Ca, appunto).

Il progetto sperimentato già in un primo grande cantiere introduce nel settore della prevenzione infortuni nei luoghi di lavoro un concetto radicalmente nuovo, quello della sicurezza attiva, intesa come un insieme di “sistemi intelligenti” che agiscono in maniera preventiva. L’idea è stata quella di integrare le soluzioni fino ad allora indagate attraverso le norme regolamentari ed attraverso gli strumenti formativi, con tecnologie avanzate che possano migliorare le condizioni di lavoro. Il sistema utilizza la tecnologia RFId (Radio Frequency Identification) attiva che, consentendo il rilevamento e l'identificazione di persone, mezzi, o cose nell'ambito di un cantiere, individua tempestivamente situazioni potenzialmente pericolose, segnalandole immediatamente ed evitando il verificarsi di un incidente. Per esempio il sistema può monitorare il corretto uso dei dispositivi individuali di protezione e segnala in tempo reale potenziali situazioni a rischio prevenendo l'eventuale verificarsi di incidenti.

Il progetto Si.Sca fu validato come Buona Prassi nell’aprile 2013 dalla Commissione consultiva permanente italiana. Il progetto Si.Sca ha inoltre ottenuto sempre nel 2013 il Good Practice Award, il massimo riconoscimento conferito al termine dei lavori del Forum Europeo di Sicurezza Sociale dell’AISS (Associazione Internazionale di Sicurezza Sociale), che si svolse a Istanbul dal 28 al 30 maggio anno del 2013, alla presenza dei massimi vertici dell’Associazione, delle autorità istituzionali locali e dei Ceo degli istituti europei di sicurezza sociale.

Dunque un esempio concreto di come le tecnologie più avanzate possano tradursi in migliori e più sicure condizioni di lavoro, un'esperienza – tuttora in corso e in continua evoluzione che a breve potrà svilupparsi mediante app – in cui l'organismo da me presieduto ha svolto un ruolo da protagonista.

Qual'è il ruolo degli ingegneri nello scenario italiano? Mi sembra doveroso sottolineare che, in ambito italiano, attualmente il 18,3% dei laureati sono ingegneri. Nel maggior ateneo napoletano, l'Università Federico II, attualmente addirittura un quarto delle matricole si iscrive a Ingegneria.

Più in generale, sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro nel mio Paese, l’Italia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato come questa sia ancora: «Insoddisfacente». «È oggi un fattore di debolezza del Paese» - ha ribadito, in occasione delle celebrazioni della Festa del lavoro. Proprio la crescita dell’occupazione femminile può invece diventare – secondo il Capo dello Stato - «un moltiplicatore di ricchezza e di qualità della vita» Purtroppo l'Italia ha "uno dei più bassi tassi di occupazione femminile" in ambito UE.

Fare leva sulle donne, e soprattutto sulle giovani, è una vera ricetta anticrisi perché rendono il sistema economico più efficiente e portano a un aumento del P.I.L. come hanno confermato diverse indagini della Banca d’Italia e del Fondo Monetario Internazionale. Bisogna creare processi inclusivi per la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, per l’innovazione tecnologica , la digitalizzazione e la sostenibilità.

Sono qui, dunque, per portare la mia esperienza di donna italiana e di professionista nel settore dell'ingegneria.

Quando ho scelto questa professione, la presenza femminile nel mondo dell’ingegneria era molto poco rilevante, tanto da costituire quasi una curiosità.

Era il 1908 quando la prima donna in Italia conseguìla laurea in ingegneria, al Politecnico di Torino. Era il 1908. Emma Strada nel 1908 rappresentava lo 0,02 per cento dei laureati; ancora nel 1959, alle soglie del cosiddetto boom economico, si erano laureate al Politecnico torinese solo 38 donne e appena 52 nel 1974.

Nel 1917 abbiamo la prima donna laureata a Napoli, la mia città, in ingegneria civile, si chiamava Maria Sorrentini. Oggi mi fa piacere far rilevare che, le donne laureate in ingegneria in Italia hanno guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di rilevo, rappresentando, nel 2015, il 30% del totale dei laureati in ingegneria con quote che oscillano tra il 10% per l’ingegneria meccanica, e picchi del 50 % per il ramo civile-gestionale. Si suppone che nel 2030 la quota di iscritti di genere maschile e femminile sarà equivalente.

L’Italia si pone, inoltre, ai primi posti in Europa in termini di quota di laureate in ingegneria, ad una considerevole distanza dalla Francia (dove le donne laureate in ingegneria nel 2015 erano il 25% del totale), dal Regno Unito (22%), dalla Germania (19%) ed anche dai Paesi Scandinavi (19%).

E’ importante, inoltre, far rilevare che, malgrado gli uomini costituiscano ancora la componente maggioritaria degli iscritti all’Albo, le donne hanno guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di rilevo, rappresentando nel 2017 il
14,5% degli ingegneri iscritti all’Albo italiano (su 240.000 le donne sono circa 34.800); nel 2016 erano il 14% e nel 2015 erano il 13,7%.

 

 

I laureati nelle materie ingegneristiche continuano ad essere, secondo gli ultimi dati disponibili, una delle categorie più favorite nel trovare lavoro dopo gli studi presentando livelli occupazionali elevati (67,6% di occupati “reali” ad un anno dalla laurea).

Sulla base di questi dati appare logico raccomandare alle donne di intraprendere questi studi che garantiscono maggiore occupabilità sul mercato, anche se il percorso è arduo e difficile.

A Napoli, secondo Ordine d’Italia per numero di iscritti dopo Roma, il dato percentuale delle donne ingegnere è più basso rispetto alla media nazionale, seppure in aumento rispetto al 2014.

Secondo i dati aggiornati al 2017 risultano, infatti, iscritte agli Ordini della Campania 2.869 ingegneri donne, di cui circa il 50% iscritte a Napoli.

Voglio ricordare che la presenza femminile negli organi istituzionali della professione è in crescita: l'attuale consiglio dell'Ordine di Napoli (di cui ho fatto parte, anche come vice presidente) vede impegnate le colleghe e amiche Barbara Castaldo, Valentina Della Morte e Ada Minieri. Il primo Ordine d'Italia per numero di iscritti, quello di Roma, vede alla presidenza una donna: Carla Cappiello.

Permangono, comunque, molti ostacoli da superare: in una ricerca svolta dal CNI si evidenzia che il 53% delle donne ingegnere madri ha indicato che aver avuto uno o più figli ha condizionato negativamente il proprio percorso di carriera.

Il rapporto con gli altri paesi europei, dove le misure di welfare sono più solide, è sconfortante.

D'altra parte in Italia l'occupazione femminile è del 48,3 %, ben lontana dalla media europea, ove il picco si riscontra in Islanda con più del 75%.

Sul piano delle pari opportunità nel mondo delle professioni, l’Ordine degli Ingegneri di Napoli ha fatto da apripista in ambito nazionale.

Proprio per facilitare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro fin dal 1996 è stata istituita la Commissione per le Pari Opportunità dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli (attualmente coordinata da Paola Astuto), un’esperienza pilota e d’avanguardia nella nostra città.

La Commissione per le Pari Opportunità al fine di raggiungere anche l’obiettivo di ampliare la partecipazione delle professioniste alle attività ordinistiche, svolge tutt’ora costantemente un’azione trasversale all'interno della categoria che interseca l’operatività di tutte le commissioni istituite presso l’Ordine nelle quali la presenza femminile è crescente. L’obiettivo è stato raggiunto attraverso la costituzione di gruppi interdisciplinari.

In questi anni, sono state organizzate e realizzate manifestazioni, convegni di categoria, eventi culturali, pubblicazioni con lo scopo di fornire un ampio confronto, monitorando costantemente la condizione femminile e promuovendo la diffusione di idee innovative, utili per la categoria e l’Ordine.

La commissione ha promosso anche ricerche sulla sicurezza del lavoro in area tecnica e in ottica “di genere”, sfociate anche in progetti e proposte operative.

Sono in corso di elaborazione, in collaborazione con l’Inail, linee guida per valutare i rischi professionali in ottica di genere, e ridurre gli eventuali pericoli che le donne ingegnere, sempre più numerose affrontano nel corso delle loro attività, per esempio nei cantieri edili, negli impianti industriali, nei laboratori.

Non si può ignorare il fatto che l'ottica “di genere” rischi di trasformarsi in un ghetto, sia pure d’eccellenza. Per evitare questo rischio, nell’attuale contesto storico-sociale, la Commissione per le Pari Opportunità dell’Ordine degli ingegneri di Napoli intraprende percorsi attivi mirando al principale obiettivo: “garantire a donne e a uomini la possibilità di accesso a risultati uguali”.

In quest’ottica si inquadra anche il recente protocollo sottoscritto dal Cni relativo all’implementazione del portale ProRete PA, progetto dedicato alla raccolta dei profili di risorse femminili. E' un progetto che si inquadra nella digitalizzazione, fil rouge di questo nostro incontro, nato per favorire la ricerca di professionalità femminili, visto che con l’entrata in vigore della legge 120/2011 (approvata grazie all’impegno delle parlamentari Lella Golfo e Alessia Mosca) gli organi sociali delle società quotate devono riservare una quota dei propri membri al genere meno rappresentato: le donne. Il portale raccoglie numerosi cv di professionalità femminili idonee a ricoprire questi ruoli. L’iniziativa è stata realizzata dal Dipartimento Pari Opportunità e dall’Università di Udine che hanno dato vita, quindi, ad uno specifico progetto che è consistito nella realizzazione di una banca dati che rappresenta una galleria di professionalità femminili.

Gli attori del portale sono quindi le professioniste che si sono registrate e le pubbliche amministrazione e le società pubbliche che iscrivendosi possono cercare i profili professionali femminili idonei ad essere inseriti nei Consigli di Amministrazione o anche, eventualmente, per altre esigenze. In tal modo viene favorito l’incontro tra domanda ed offerta di competenze femminili.

Sulla base di questa esperienza, una proposta che si potrebbe sviluppare e che si inquadra nelle opportunità offerte alle donne dalla digitalizzazione, è quella di una banca dati delle competenze ingegneristiche e scientifiche al femminile presenti nell’area del mediterraneo che possa incrociare domanda e offerta di lavoro anche al di fuori della propria nazione in tutto il bacino del Mediterraneo. Il ricorso a questa banca dati, rappresenterebbe un valido strumento per la creazione e la diffusione di una vetrina di competenze ingegneristiche in “rosa”.

Sarebbe anche utile, inoltre, istituire un osservatorio sull’evoluzione dei processi di digitalizzazione professionali femminili, istituendo anche concorsi di idee, per spingere le colleghe a sottoporre progetti fortemente innovativi con l’ausilio di uno sportello virtuale di orientamento.

Tutti i paesi del mediterraneo, inoltre, potrebbero promuovere una pubblicazione –consultabile on linee e da aggiornarsi periodicamente – che documenti i successi ottenuti dalle donne nell'ambito della ricerca scientifica e delle professioni ad alto impatto tecnico e tecnologico.

Tale pubblicazione potrebbe anche essere, in futuro, adottata come libro di testo per le scuole medie, contribuendo quindi al diffondersi di una cultura delle pari opportunità anche fra le giovani generazioni.

Vi ringrazio per l’attenzione

VERSIONE IN FRANCESE

La transformation digitale - opportunité pour les femmes ingénieures et scientifiques.

L'expérience italienne avec un accent sur la Campanie

et le témoignage d’une ingénieure Napolitaine

TUNIS, le 12 MAI 2018

Je salue tous ceux qui sont présents.

Je suis Paola Marone, Présidente de la Fondation de l'Ordre des Ingénieurs Naples-Italie et Présidente du CFS-Napoli, Centre de formation et de sécurité dans la construction de Naples. Je suis heureuse d'être dans cette belle ville surplombant la Méditerranée comme ma ville, Naples.

Je remercie tous ceux qui ont organisé cette rencontre, en commençant par le collègue Amel Makhlouf et les représentants des entreprises EMAC pour l'occasion que me donne pour analyser un sujet très cher à moi comme celui de la condition féminine dans le monde de la profession d'ingénieur au sein de la transformation en cours due à la numérisation. Le rôle des femmes dans notre profession est un sujet avec lequel je tente depuis de nombreuses années, en partie en raison du rôle de coordination de la Commission « égalité des chances » de l'Ordre des ingénieurs de Naples, a eu lieu sur une longue période de temps.

Selon les résultats de l’enquête «Les femmes et la transformation numérique», menée par le cabinet d'experts-conseils NetConsulting Cube sur un échantillon de gestionnaires des ressources humaines et les directeurs des systèmes d'information de 60 entreprises italiennes et 225 étudiants Lycées italiens et instituts professionnels, huit métiers liés à la transformation numérique et à l'innovation garantissent dans un proche avenir les meilleures opportunités d'emploi dans tous les secteurs du marché: Data Protection Officer, Digital Information Officer, Cyber ​​Security Expert, Ingénieur Big Data, Développeur d'applications mobiles, Data Scientist, Expert en Méthodologies Agiles et Expert en Internet des Objets.

Dans les entreprises italiennes (et plus encore dans l'administration publique), la présence de ces chiffres reste limitée et majoritairement masculine, mais elle devrait s'accroître rapidement dans les années prochaines, face au processus de transformation numérique auquel les entreprises et l'administration publique doivent faire face pour être compétitives et innover.

La recherche que je viens de mentionner a souligné le débat qui se déroule dans mon pays sur le rôle des femmes dans l'innovation technologique et sur la valeur de la formation STEM (Science, Technologie, Ingénierie et Mathématiques) pour l'employabilité des femmes. Aujourd'hui encore, rares sont les femmes dans les structures informatiques qui occupent les postes techniques les plus innovants en Italie: environ 25% des ingénieurs Big Data et Digital Information Officers; 15-25% des experts Internet des choses, de la cybersécurité, de la protection des données et de l'application mobile. Il n'y a pas de femme parmi les Data Scientists.

Le seul rôle dans lequel la présence féminine atteint 50% est celui des méthodologies Expert en Agile, l'une des plus récentes et liée à la capacité à développer rapidement des applications logicielles.

Pour les entreprises, la capacité de nourrir et d'attirer des talents possédant des connaissances en STEM est essentielle pour être compétitif dans une économie de plus en plus numérique.

Malgré les difficultés rencontrées dans le sud de l'Italie, la révolution numérique a vu à Naples le développement d'un système innovant de sécurité au travail sur les chantiers, appelé Sisca, qui peut également être mis en œuvre dans d'autres secteurs de l'industrie. il se prête particulièrement bien aux besoins de la sécurité sexospécifique. C'est un chemin commencé en 2011, avec un financement de l’INAIL.

Le projet déjà expérimenté sur un premier chantier de grande envergure introduit un concept radicalement nouveau dans le domaine de la prévention des accidents du travail, celui de la sécurité active, compris comme un ensemble de «systèmes intelligents» agissant de manière préventive. L'idée était d'intégrer les solutions jusqu'alors étudiées à travers des normes réglementaires et des outils de formation, avec des technologies avancées pouvant améliorer les conditions de travail. Le système utilise la technologie RFID qui actif, ce qui permet la détection et l'identification (Radio Frequency Identification) des personnes, des véhicules ou des choses dans le cadre d'un chantier de construction, identifie rapidement les situations potentiellement dangereuses, les signaler immédiatement et éviter la survenance d'un accident . Par exemple, le système peut surveiller l'utilisation correcte des dispositifs de protection individuels et signaler les situations de risques potentielles en temps réel, évitant ainsi les accidents.

Le projet Si.Sca a été validé en tant que bonne pratique en avril 2013 par la Commission consultative permanente italienne. Le projet Si.Sca a également obtenu en 2013 le prix des bonnes pratiques, la plus haute distinction décernée à la fin des travaux du Forum européen de la sécurité sociale de l'AISS (Association internationale de la sécurité sociale), qui a eu lieu à Istanbul du 28 au 30 Mai 2013, en présence des plus hauts niveaux de l'Association, des autorités institutionnelles locales et des institutions européennes de sécurité sociale.

Ainsi, un exemple concret de la façon dont les technologies les plus avancées peuvent se traduire par des conditions de travail meilleures et plus sûres, une expérience - encore en cours et en évolution qui se développera bientôt à travers le développement de nouvelles applications numériques.

Quel est le rôle des ingénieurs dans le scénario italien? Actuellement, 18,3% des diplômés universitaires sont des ingénieurs.. Dans la plus grande université napolitaine, l'Université Federico II, même un quart des étudiants de première année sont inscrits en ingénierie. Valoriser le rôle des femmes, et en particulier des jeunes femmes, est une véritable stratégie anti-crise, car elles rendent le système économique plus efficace et conduisent à une augmentation de P.I.L. comme l'ont confirmé diverses enquêtes de la Banque d'Italie et du Fonds monétaire international. Nous devons créer des processus inclusifs pour la participation des femmes au marché du travail, pour l'innovation technologique, la numérisation et la durabilité.

Je suis donc ici pour apporter mon expérience en tant que femme italienne et professionnelle dans le secteur de l'ingénierie.

Quand j'ai choisi cette profession, la présence féminine dans le monde de l'ingénierie était très peu pertinente, au point de constituer presque une curiosité.

C'était en 1908, quand la première femme en Italie a obtenu son diplôme d'ingénieur à l'École Polytechnique de Turin. En 1917, nous avons la première femme diplômée en ingénierie à Naples, ma ville : elle s’appelait Maria Sorrentini.

Aujourd'hui, je suis fière de souligner que les femmes diplômées en ingénierie en Italie ont gagné, surtout ces dernières années, un poste de premier plan, représentant, en 2015, 30% du total des diplômés universitaires en ingénierie. L'Italie se place également en tête en Europe en termes de proportion de diplômés en ingénierie, loin de la France (où les femmes diplômées en ingénierie en 2015 représentaient 25% du total), du Royaume-Uni (22 %), d'Allemagne (19%) et aussi des pays scandinaves (19%). Les femmes ont gagné, surtout ces dernières années, un poste de premier plan, représentant en 2017 la 14,5% d'ingénieurs inscrits au registre italien (sur 240 000 femmes, environ 34 800). Selon les donnée mises à jour jusqu'en 2017, en effet, 2869 femmes ingénieurs sont enregistrées dans les ordres de Campanie, dont environ 50% sont enregistrés à Naples.

Sur la base de ces données, il semble logique de recommander aux femmes d'entreprendre ces études qui garantissent une plus grande employabilité sur le marché, même si le chemin est difficile . Les diplômés en ingénierie continuent d'être, selon les dernières données disponibles, l'une des catégories les plus favorisées pour trouver du travail après des études, présentant des niveaux d'emploi élevés (67,6% des «vrais» salariés un an après l'obtention de leur diplôme). Cependant, de nombreux obstacles restent à surmonter: dans une recherche menée par le CNI (notre Conseil national), 53% des femmes mères ont indiqué que le fait d'avoir eu un ou plusieurs enfants a eu un impact négatif sur leur carrière. La relation avec d'autres pays européens, où les mesures de bien-être sont plus solides, est déconcertante.

En revanche, en Italie, l'emploi féminin est de 48,3%, loin de la moyenne européenne, où le pic se situe en Islande avec plus de 75%. Au niveau de l'égalité des chances dans le monde des professions, l'Ordre des Ingénieurs de Naples a été un pionnier dans la sphère nationale.

Afin de faciliter l'entrée des femmes dans le monde du travail depuis 1996, la Commission pour l'égalité des chances de l'Ordre des ingénieurs de Naples a été créée (actuellement coordonnée par Paola Astuto), une expérience pilote et avant-gardiste dans notre ville.

C'est aussi le contexte du récent protocole signé par le Cni concernant la mise en place du portail ProRete PA, un projet dédié à la collecte de profils de ressources féminines. C'est un projet qui s'inscrit dans la digitalisation, fil rouge de notre rencontre, né pour promouvoir la recherche du professionnalisme féminin. En conclusion Sur la base de cette expérience, une proposition qui pourrait être développée et qui fait partie des opportunités offertes aux femmes par la numérisation, est celle d'une base de données d'ingénierie féminine et de compétences scientifiques dans la région méditerranéenne capable de répondre à la demande. offre d'emploi même en dehors de son propre pays dans le bassin méditerranéen. L'utilisation de cette base de données représenterait un outil valable pour la création et la diffusion d'une vitrine de compétences en ingénierie «en rose».

Il serait également utile de mettre en place un observatoire sur l'évolution des processus professionnels de numérisation des femmes, en établissant également des concours d'idées, pour encourager les collègues à soumettre des projets très innovants avec l'aide d'un guichet virtuel.

En outre, tous les pays méditerranéens pourraient promouvoir une publication - consultable sur une base régulière - qui documente les succès remportés par les femmes dans le domaine de la recherche scientifique et des professions à fort impact technique et technologique.

Cette publication pourrait également être adoptée à l'avenir comme un manuel pour les collèges, contribuant ainsi à la diffusion d'une culture de l'égalité des chances parmi les jeunes générations.

Merci pour votre attention

 

 

 

 

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